Rispondi a: MY GOLF: Il diario del Mignuz

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MignuzMignuz
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4/05/2012

LA MIA VITTORIA PIU’ BELLA

Ce ne sono tante, in realtà, che ricordo con affetto, ma forse questa è la più bella perchè mi ha insegnato una cosa importante nel golf.

Gara ACI credo del 2010, medal con finale estera.
Avendo vinto la stessa gara l’anno precedente, facendo una bella vacanza gratis, :) tento di bissare la vittoria.
Inizio come peggio non si può: legno 3 mezzo rattonato che fa si e no 100 mt, ferro di secondo in bunker del fairway, uscita corta al green e per fortuna salvo il bogey con approccio e put.
la seconda buca non va meglio: tee shot tra gli alberi, mi tocca buttarla fuori, tiro al green e mi lascio un put lungo, primo put a 2 mt circa e per fortuna imbuco il put di ritorno: bogey.
terza buca: tee shot delicato perchè occorre fare circa 200 mt per volare un fossato…palla mezza toppata e acqua piena.
Al che, lo sconforto: bogey alle prime due e palla in acqua alla terza buca…giocando 7 di handicap in una gara medal e perdendo 3 o 4 colpi solo nelle prime tre buche non c’è molto margine di risultato.
Ma soprattutto la colpisco davvero male e la palla va dove vuole, tanto che mi impegno quasi per non flappare o per non fare dei gancioni mostruosi.
Però droppo la palla, metto finalmente un bel ferro in green ( a170 mt dal green col lago davanti) e segno il terzo bogey.
Poi, rincuorato da quello swing fatto bene, faccio un paio di par, poi ancora un bogey e par alle ultime tre delle prime nove.
+ 4 nelle prime nove, 18 punti.
Non malissimo ma di certo non sufficienti come media score per vincere, contando che le seconde nove io le soffro moltissimo e che ho solo 3 colpi di margine.
Lì, però, la svolta: tale era l’arrabbiatura per le prime buche così malamente sbagliate per uno swing “non mio”, che comincio a giocare in modo quasi “da videogioco”.
Non penso allo swing, non penso allo score, penso solo di mandare la palla in un determinato posto e, come nelle favole, sorprendentemente ci riesco praticamente sempre.
Birdie alla 10, par alla 11 e alla 12, birdie alla 13, par alla 14 e 15 e poi arriva un bogey alla 16, la più difficile del campo e dove per fare un triplo non ci vuole davvero nulla.
Mi rimangono la 17, par 3 difficile e la 18, buca di 380 mt in salita e davvero bella tosta.
alla 17 metto la palla in green e con due put porto a casa il par…+3 e manca una buca, anche bella tosta.
Basta un par.
In quel par 4 bisogna anzitutto evitare i fairway bunker e faccio un drive perfetto col draw per posizionarmi sulla sinistra del fairway.
Il secondo colpo è in salita, il green è difficile e largo e in più la palla tende a non fermarsi (forse a causa della salita e della traiettoria con cui arriva la palla, rimbalza e rotola via).
la bandiera è a 150 mt in salita, ma calcolo che all’entrata del green ci saranno circa 135 metri.
Anche se mi basta fare par per avere una occasione di vittoria,confido nel mio swing in una specie di “flow” mentale e scelgo di tirare alla bandiera, nascosta a sinistra.
Scelgo addirittura un ferro 8, in modo da battere a inizio green e sperare che si avvicini un pò all’asta.
Meglio corto in green che lungo nel rough.
Mi è partito uno di quei colpi dove non senti neppure la pallina e dove vedi subito che andrà dove hai mirato.
Quando arrivo in cima alla salita, la vedo lì, a 50 cm dalla buca per un facile birdie.
Risultato: +2 per la gara, – 2 sulle seconde nove, vittoria in prima categoria con viaggio a tenerife :cappellino: e una fantastica lezione:
NON MOLLARE MAI, neppure quando lo swing ti sembra non funzionare.
Vedo tanti che dopo le prime buche andate male mandano tutto in vacca o si abbattono al punto tale che non otterranno altro che peggiorare il loro score.
Adesso so che se ho fatto uno dei miei migliori risultati con uno dei miei inizi di gara peggiori, tutto può accadere.