Analisi di come “resettarsi” per non buttare via una gara e non rovinarsi una bella giornata in compagnia sul green
Qualche mese fa stavo giocando con papà ed un amico. Un tranquillo sabato di relax. Una giornata di fine estate, anche se ormai in autunno, perfetta per 18 buche: sole caldo, venticello piacevole, tutto perfetto.
L’amico di mio papà dopo due buche iniziali chiuse con un par e un bogey gioca un drive paurosamente a destra, fuori limite. Le sue successive 15 buche sono state per lui un calvario: non è più riuscito ad uscire da quel loop che lo ha portato, a fine giro, a segnare sul suo score 18 punti (e ad offrire da bere, visto che per due volte non ha superato il tee delle donne).
Il problema che ha dovuto affrontare, e che non è riuscito a superare, è stato quello di resettarsi dopo un brutto colpo.
Cercate di essere onesti con voi stessi: quante volte vi è capitato?
Sbagliare un colpo è una cosa normale, a tutti i livelli. La bravura sta nel riuscire ad uscire subito dal problema, limitando i danni causati da quel “maledetto slice”, e poi nelle buche successive resettare il proprio stato d’animo e tornare consapevoli di quanto si è capaci di fare.
L’errore è nella natura umana. L’apprendimento del bambino, che gli permettere di diventare un adulto, avviene per prove ed errori. Associando alla propria azione la reazione dell’ambiente il bambino riesce a tarare il proprio comportamento apprendendo quali risposte attuare per modificare l’ambiente che lo circonda.
Un golfista cosa deve modificare dell’ambiente? Deve mandare quella “maledetta” pallina lunga, diritta, in buca, nel minor numero di colpi possibile.
Uno dei modi migliori per poter affrontare la possibilità di sbagliare è crearsi una routine pre-colpo, in modo tale da lasciare al caso la minor quantità possibile di eventi.
Con una routine ben strutturata innanzi tutto si va ad eliminare la tensione muscolare; quante volte ho visto persone arrivare alla palla dopo aver camminato per duecento metri tirandosi dietro il carrello con la sacca staff (perché tutti hanno una sacca staff???) prendere il bastone, addressarsi sulla palla e tirare senza permettersi di prendere un po’ fiato, giudicare mira e distanza, prepararsi al colpo…il modo migliore per finire nel bunker a venti metri sulla sinistra del green, quando va bene.
La prossima volta che arrivate al tee della buca al vostro circolo “perdete” qualche secondo per prendere bene la mira, giudicare se vi conviene tirare il driver o se oggi c’è troppo vento e vi conviene stare più bassi del vento.
Magari sono cose che siete abituati già a fare incosciamente: allora rendete questo processo conscio. Createvi la vostra routine:
- Avvicinatevi alla palla cercando già di immaginare quale colpo conviene effettuare
- Scegliete mentalmente il bastone che vi è più congeniale per effettuarlo
- Controllate se il lie della palla vi consente di fare il colpo come lo vorreste fare e adeguatevi di conseguenza
- Prendete la mira
- Praticate uno o due swing di prova
- Addressatevi
- Trovate il vostro “click”
- Fate il vostro colpo
Per me il “click” è quello che il grande Jack Nicklaus chiamava presa fissa: addressandosi sulla palla il grande giocatore cercava di tenere il bastone nella maniera più sciolta possibile serrando la presa (ovviamente non troppo) nella maniera corretta appena prima di muoversi per il back swing. Trovate il vostro click e vedrete che ogni muscolo del vostro corpo e la vostra testa saranno pronti a compiere quel movimento croce e delizia di ogni golfista.
Naturalmente con tutto questo non vi prometto che non finirete più nel laghetto alla buca 15. Vi dico però che vi capiterà tante volte in meno.
Quando vi capiterà però di finirci dentro dovrete avere la capacità di andare oltre.
Sbagliare come vi ho detto in apertura è il modo migliore per imparare, lo dice anche il proverbio.
Se voi avrete consapevolezza, con la vostra routine, di ogni cosa che avete fatto, avrete anche la percezione di dove avete commesso un errore. E state certi: quando vi ricapiterà quella situazione non lo commetterete più.
Non si deve però cadere nella paura di sbagliare. Così facendo si farebbe la fine dell’amico di papà. È normale fare errori nella vita e ancor più normale, e quanto mai meno importante, fare errori colpendo con un bastone una pallina. Allora perché rovinarsi una giornata in compagnia all’aria aperta?
Quando sbagliate una buca, mentre andate al tee della buca successiva provate ad adottare la routine che vi ho proposto prima. Non pensate all’errore fatto e rilassate il vostri muscoli. Se non siete in gara magari tirate fuori turno, bevete un sorso d’acqua, focalizzate la vostra attenzione sul vostro respiro e cercate di essere il più sciolti e rilassati possibile.
Infine quando siete tornati in club house (e saranno gli altri a dover offrire da bere) fate questo gioco: ognuno dice ai compagni come gli è sembrato che abbiano giocato. Vedrete che più sarete sereni durante le 18 buche più il giudizio dei vostri amici coinciderà con le vostre sensazioni e più sarete soddisfatti di voi stessi, anche se avete preso una virgola.
Buon gioco e ricordate che chi non cerca di superarsi non riuscirà mai a migliorarsi e sarà sempre in mezzo agli ostacoli, o in fuori limite.
Davide Mamo
Coaching e Preparazione Mentale